L’obbligo di informare il paziente per la giurisprudenza.
Torniamo a scrivere sul tema della responsabilità medica per violazione della normativa sul consenso informato. In particolare, cosa è il consenso informato, perché è così importante e quali conseguenze giuridiche la legge stabilisce per il medico – chirurgo che viola l’obbligo di informare il paziente.
Il tutto alla luce delle ultimissime pronunce della Suprema Corte di Cassazione sul tema(in particolare la sentenza n.7248 del 23 marzo 2018; la sentenza n. 10608 del 4 maggio 2018 e l’ultimissima sentenza n. 11749 del 15 maggio 2018).
L’obbligo di informare il paziente è un dovere per il medico – chirurgo.
Anzitutto, l’acquisizione di un completo ed esaustivo consenso informato del paziente è un dovere posto in capo al medico – chirurgo.
L’obbligo di informare il paziente è diverso rispetto al dovere di effettuare l’intervento a regola d’arte.
Questo è poi un dovere autonomo e diverso rispetto al dovere di effettuare l’intervento a regola d’arte. Pertanto, vi può essere colpa nell’esecuzione dell’intervento e non violazione dell’obbligo di informare il paziente e viceversa.
In effetti, la violazione dell’obbligo di informare il paziente può comportare un autonomo danno risarcibile e ciò a prescindere dall’esito dell’intervento chirurgico svolto.
Quanto detto trova piena conferma nella recentissima pronuncia della Suprema Corte di Cassazione. La sentenza n. 11749 del 15/05/2018 recita infatti “poiché il relativo obbligo informativo gravante sul medico si correla al diritto fondamentale del paziente all’espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario propostogli, la prestazione che ne forma oggetto costituisce una prestazione distinta da quella sanitaria, la quale è finalizzata alla tutela del diverso diritto fondamentale alla salute” (Cass. Civ. sentenza n. 11749 del 15/05/2018).
Il danno da violazione dell’obbligo di informare il paziente.
Tale danno, come precisato dalla giurisprudenza di legittimità, può costituire “nelle sofferenze conseguenti alla cancellazione o contrazione della libertà di disporre, psichicamente e fisicamente, di se stesso e del proprio corpo, patite dal paziente in ragione della sottoposizione a terapie farmacologiche ed interventi medico – chirurgici collegati a rischi dei quali non sia stata data completa informazione” (Cass. Civ. sentenza n. 7248 del 23/03/2018).
La violazione da parte del medico del dovere di informare il paziente, quindi, può essere fonte di due tipi di danni: un danno alla salute, nella misura in cui il paziente, se correttamente informato, non si sarebbe sottoposto all’intervento chirurgico evitando, così, le conseguenze invalidanti, e un danno alla lesione del diritto di autodeterminazione (Cass. Civ. sentenza n. 10608 del 4 maggio 2018), sancito e tutelato dall’art. 32, comma 2, Costituzione.
Ne deriva, quindi, che accertato l’inadempimento da parte del medico – chirurgo, il paziente – danneggiato ha diritto a vedersi risarcito il danno consente alle sofferenze patite a seguito dell’intervento.
Il parere dell’Avvocato.
Lo Studio Legale Lambrate assiste su tutto il territorio nazionale gli assistiti che lamentano la violazione del loro diritto di autodeterminazione, perchè non sono stati debitamente informati. L’avv. Elena Laura Bini precisa che “onde evitare di intraprendere azioni infruttuose, visto che l’onere della prova circa la lesione del diritto di autodeterminazione e del conseguente danno patito è posto in capo al paziente – danneggiato, è opportuno effettuare una preventiva accurata analisi delle circostanze del caso concreto, in particolare, del danno sofferto. Ciò in quanto,alla luce del consolidato orientamento giurisprudenziale, il danno lamentato non può essere di scarsa entità“.