Skip to main content

Ultimo aggiornamento 6 Ottobre 2021

Tutti sanno che la diffusione del coronavirus ha causato un’emergenza sanitaria.

Quello che forse a molti sfugge è che il coronavirus è responsabile anche di un’altra emergenza: l’emergenza psicologica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per il Coronavirus.

L’elevato rischio di diffusione e di contagio del coronavirus ha costretto l’Italia ad adottare misure fortemente restrittive delle libertà personali. Le ultime settimane hanno rappresentato una novità rispetto al solito fluire della nostra routine giornaliera.

Questa situazione ha destabilizzato i cittadini italiani che non hanno avuto il tempo per metabolizzare il repentino cambiamento delle proprie abitudini di vita privata e lavorativa.

Tutti si chiedono con forza quando si potrà tornare alla normalità e quando tutto questo sarà solo un brutto ricordo. Molte domande riguardano il futuro e le ripercussioni economiche di questa grave pandemia.

Le risposte sono tuttora nebulose e lasciano spazio ad imponenti dubbi che possono esercitare una forte pressione emotiva.

In questa cornice di incertezza urge fare chiarezza su alcuni punti. Tanto è necessario per tutelare il benessere psicologico della comunità.

Cos’è un’emergenza?

La parola emergenza deriva dal latino e significa “‘venire alla superficie”.

Con il termine emergenza si fa riferimento a situazioni stravolte da un evento improvviso ed inaspettato che richiedono una risposta rapida ed eccezionale. Fronteggiare un’emergenza significa trovare una soluzione “non ordinaria”, diversa da quelle conosciute in base alle pregresse esperienze.

Al pari dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus i cittadini stanno vivendo una vera e propria emergenza psicologica.

Quest’ultima è più silente ma non meno pericolosa.

Cos’è un’emergenza psicologica?

Dal punto di vista psicologico, la presenza di una minaccia e l’ingente bisogno di rapide ed efficaci soluzioni, ingenera la percezione di una improvvisa sproporzione tra il contingente bisogno insorto e la disperata ricerca di una valida risposta limitata dalle risorse immediatamente disponibili e dal clima emotivo contingente.

Il nostro cervello, infatti, è fisiologicamente programmato per dare senso a quello che sta accadendo e rispondere in modo funzionale.

In una situazione di emergenza prolungata, la mancanza di soluzioni ci rende impotenti e vulnerabili.

Ecco, quindi, che è necessario sviluppare nuove risorse personali per fronteggiare il momento contingente e non venirne sopraffatti.

Conseguenze psicologiche dell’emergenza sanitaria

Le emozioni che generalmente si accompagnano ad una situazione di emergenza sono molteplici. Prevalgono tra tutte la paura, la preoccupazione, l’ansia e lo stress.

Tutte queste emozioni sono accomunate dalla sensazione di aver perso repentinamente protezione e sicurezza.

Nell’attuale situazione di emergenza da coronavirus, poi, le misure contenitive adottate dal Governo hanno ingenerato ulteriori sensazioni quali il senso di costrizione, la perdita della propria libertà, l’isolamento e la solitudine.

La condizione di quarantena forzata ha, inoltre, fatto nascere un senso di impotenza legato all’impossibilità di stare vicino ai propri cari.

Come può intervenire la psicologia a supporto dell’attuale emergenza?

Anzitutto, esiste un settore della psicologia chiamato psicologia delle emergenze.

 La Psicologia delle Emergenze studia i fenomeni psichici, emotivi, cognitivi e comportamentali che insorgono in situazioni di emergenza (quali catastrofi naturali) e dello sviluppo di modelli clinici di intervento volti alla presa in carico della singola persona e della comunità coinvolta nell’evento traumatico.

Nelle situazioni a carattere emergenziale che, come visto, possono mettere a dura prova il benessere psicofisico di molte persone, non esiste una univoca modalità di intervento.

La misura dell’intervento deve essere mirata per ogni singolo individuo che può rispondere all’emergenza con diverse modalità di adattamento.

E’ necessario intervenire repentinamente fornendo agli utenti gli strumenti necessari per fronteggiare i forti scompensi emotivi ed i contraccolpi nati dall’attuale situazione emergenziale affinché non si sedimentino.

Avvertita l’esigenza di supporto e di aiuto, la dott.ssa Valentina Impagnatiello insieme alla collega psicologa Stefania Riccardi, hanno deciso mettersi a disposizione della collettività offrendo un servizio di sostegno psicologico.

L’iniziativa si chiama “Psicologia in Brianza“e offre un servizio telefonico gratuito rivolto a tutte le persone che sono in difficoltà emotiva e sarà attivo per tutta la durata dell’emergenza.