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La casistica in tema di divisione dell’eredità

Generalmente tutte i conflitti in tema di divisione dell’eredità riguardano per ovvie ragioni gli immobili.

In assenza di una divisione testamentaria, il conflitto può riguardare il fatto che alcuni condividenti vorrebbero tenere per sé i medesimi beni immobili.

In altri casi, invece, è causa di tensione tra i condividenti il valore diverso attribuito da ciascuno ai cespiti ereditari, o la presenza di donazioni eseguite in vita dal de cuius (che generano diseguaglianza tra i superstiti), oppure addirittura la semplice inerzia di uno dei condividenti.

Il panorama è abbastanza variegato, specialmente perché in ogni divisione ereditaria vi è quasi sempre una tensione emotiva legata a dinamiche familiari e ad emotività pregresse.

La divisione dell’eredità in sede giudiziaria

Pur in assenza di una volontà unanime di dividere l’eredità, ciascuno dei compartecipanti  può chiedere ed ottenere in ogni tempo lo scioglimento della comunione ereditaria.

La divisione dell’eredità, infatti, può essere richiesta da ciascun partecipante alla comunione singolarmente, indipendentemente dal consenso dell’altro o degli altri.

La divisione ex art. 718 e 727 Cod. Civ. prevede che gli immobili debbano essere  divisi, per quanto possibile, con attribuzione in natura ex art. 729 Cod. Civ. ai singoli partecipanti alla comunione.

Secondo la giurisprudenza  il condividente avrebbe diritto ad una porzione in natura di ciascuna categoria di beni compresa nella massa ereditaria, che solitamente sono beni immobili, mobili e crediti. A tal fine, il Giudice dovrebbe operare una divisione dei beni per genere (così Cass. Civ., Sezione Seconda, 4 giugno 2019 n. 15182).

Dopodiché il Giudice può procedere formando lotti di beni ereditari di uguale valore (i lotti possono contenere beni mobili, immobili e crediti). Questo modus operandi però non è vincolante, ma solo un criterio di massima (ex multis e per tutte Cass. Civ. n. 6134/2010).

E’ in ogni caso demandato al Giudice il potere di valutare se il diritto del condividente sia meglio soddisfatto attraverso il frazionamento delle singole entità immobiliari o attraverso l’assegnazione di interi cespiti ad alcuno dei comproprietari, salvo il conguaglio in favore degli altri.

 Resta salvo il fatto che in presenza di questioni di indivisibilità o di non comoda divisibilità, non si potrà procedere alla divisione in natura.

In effetti, non tutti beni possono essere divisi in natura tra più parti (si pensi, ad esempio, ad un motoveicolo) e alcuni beni possono essere non comodamente divisibili, comportando costi eccessivamente onerosi oppure comportando servitù o pesi.

In questi casi, potrebbe essere più idoneo attribuire il bene ad uno solo dei condividenti, salvo il diritto al conguaglio degli altri.

Il Consiglio dell’Avvocato per procedere alla divisione dell’eredità

Prima di procedere alla domanda di divisione giudiziaria è preferibile coltivare per il tramite di Professionisti Legali un percorso conciliativo, volto valutare una divisione stragiudiziale  dell’eredità al fine di evitare eccessivi aggravi di denaro e lungaggini temporali.

Lo Studio Legale Lambrate, che ha un approccio multidisciplinare e di interazione con altri Professionisti di altre discipline, una volta perfezionato l’accordo di divisione stragiudiziale, assiste il Cliente anche nella delicata fase del disbrigo degli atti notarili conseguenti all’accordo transattivo (accettazione tacita dell’eredità e cessione del bene immobile), nonché assiste il Cliente nella fase di liquidazione dei rapporti bancari e nella fase di presentazione della dichiarazione di successione.

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