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Affidamento condiviso: la scelta del genitore collocatario deve salvaguardare il preminente interesse del minore

Anzitutto, in tema di affidamento dei figli minori, il giudice decide sulle domande proposte dai genitori nell’esclusivo interesse morale e materiale della prole.

La scelta, dunque, di collocare il minore presso un genitore è volta a salvaguardare il preminente interesse del figlio ad una crescita serena ed armoniosa. Obiettivo che può rivelarsi difficile in una situazione di disgregazione familiare.

Avuto riguardo all’interesse preminente del minore, il giudice, quindi, valuta la capacità genitoriale di ciascuno dei genitori.

In particolare, il giudizio del giudice (che necessariamente è un giudizio di natura prognostica) deve fondarsi sulla capacità dei genitori di crescere ed educare il figlio. Tenuto conto, ovviamente, della nuova difficile situazione determinata dalla disgregazione dell’unione familiare.

Su quali elementi si fonda il giudizio del giudice?

Il giudizio del giudice deve essere formulato tenendo conto del modo in cui i genitori hanno precedentemente svolto i propri compiti, delle rispettive capacità di relazione affettiva, attenzione, comprensione, educazione e disponibilità ad un assiduo rapporto, nonché della personalità del genitore, delle sue consuetudini di vita e dell’ambiente sociale e familiare che è in grado di offrire al minore.

Tenuto conto di quanto sopra, il figlio minore verrà collocato stabilmente presso il genitore con il quale ha in prevalenza vissuto in precedenza e che possa assicurargli una maggiore attenzione, in quanto più idoneo a prendersi cura del medesimo, garantendo al contempo al genitore non collocatario ampi periodi di tempo per tenere il figlio presso di sè.

Sul punto, la Suprema Corte di Cassazione, con la recentissima ordinanza n. 25134 del 10 ottobre 2018 ha precisato che “in ogni caso, deve assicurarsi il rispetto del principio della bigenitorialità, da intendersi quale presenza comune dei genitori nella vita del figlio, idonea a garantirgli una stabile consuetudine di vita e salde relazioni affettive con entrambi, i quali hanno il dovere di cooperare nella sua assistenza, educazione ed istruzione

Il consiglio dell’Avvocato

Qualora sorga un conflitto tra i genitori sulla collocazione del minore presso l’abitazione del padre o della madre, spiega l’avv. Elena Laura Bini “sarà importante indicare al giudice tutte le circostanze del caso concreto (il proprio vissuto familiare e personale) idonee a destare il suo convincimento circa il fatto che la collocazione del minore presso la propria abitazione soddisfa l’interesse certamente preminente del figlio minore“.

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